Figlie di Sant’Eusebio. Suore infermiere in Albiate


Dal 1953 ad oggi la congregazione delle Figlie di Sant’Eusebio ha svolto un prezioso e silenzioso servizio alla Comunità di Albiate.

Per Suor Domenica e Suor Antonella, che qui nella foto ricevono l’edizione 2018 del premio San Valerio, è tempo di lasciare la casa di Via Scalfi.

In chiusura dell’articolo riportiamo qualche segno della presenza in questi anni, mentre di seguito proponiamo l’intervista realizzata da Samuele a Suor Domenica Ganassin e Suor Antonella Colpa.

 

Come nasce la vostra Vocazione?

Suor Domenica: sono stata praticamente cresciuta a contatto con le Suore di Sant’Eusebio e piano piano la mia gioventù è stato un progressivo prendere coscienza di ciò che sentivo nel cuore sin da bambina: a 23 anni ho deciso di entrare in convento, decisione comunque difficile perché a quell’età non è facile cambiare la testa, soprattutto una testa dura come la mia! Ho svolto 3 anni di preparazione e subito dopo i primi voti sono andata a Roma a studiare per diventare Infermiera: il corso di Infermieristica a quell’epoca durava 2 anni e comprendeva un tirocinio con tanto servizio a domicilio. Dopo il corso di Infermieristica mi sono anche specializzata in Ginecologia/Maternità a Biella, quindi sono stata spedita per 5 anni in Africa, più precisamente in Kenya, dove ho iniziato a mettere in pratica gli insegnamenti che avevo appreso in quegli anni di studio. Per motivi di salute ho poi dovuto rientrare in Italia, ad Udine, dove sono stata per 32 anni, continuando la svolgere la mia Vocazione di Suora Infermiera e prendendo sempre parte a numerosi corsi di aggiornamento in ambito sanitario/infermieristico. Dopo 32 anni purtroppo la casa di Udine ha dovuto chiudere e quindi sono approdata ad Albiate (quando sono arrivata in Brianza addirittura odiavo le macchine targate Milano!). L’esperienza di Albiate è stata traumatica all’inizio perché c’era da mettersi in gioco in una realtà completamente nuova e in un contesto completamente nuovo, soprattutto perché non si trattava più di una gestione autonoma, come ad Udine, ma si trattava di una gestione comunale, che richiedeva quindi la necessità di interfacciarsi con il Comune. E mi ricordo che i primi tempi trascorrevo le giornate a girare in bicicletta (la mia adorata bicicletta!) per imparare le vie di Albiate, visto che i navigatori non c’erano e bisognava arrangiarsi! Ho trovato un grande appoggio in Suor Ersilia che mi ha aiutato ad inserirmi ad Albiate, poi devo ringraziare le mie consorelle Suor Maria Francesca, Suor Bernadetta e infine Suor Antonella, per tutti questi anni trascorsi insieme ad Albiate tra servizi a domicilio e ambulatorio qui nella nostra casa.

Suor Antonella: la mia vocazione nasce da una cosa apparentemente strana; a me da piccola piacevano molto gli anziani, stare con loro, ascoltarli e aiutarli, io mi perdevo lì, e mi ricordo che andavo sempre dalle suore di Sant’Eusebio a lavare i piedi agli anziani. Altre cose che mi attiravano delle Suore erano il loro vestito e l’anello al dito: sono quindi partita da cose che possiamo catalogare come “esteriori” e dal grande piacere nell’aiutare anziani, ammalati e bambini, per maturare una vera e propria vocazione. Dopo il Noviziato ho fatto 5 anni a Cinisello Balsamo in una scuola materna, poi mi sono trasferita a Roma e ho iniziato a prendere contatto con la Pediatria all’Ospedale Bambino Gesù. Da lì ho deciso di diventare una Suora Infermiera, quindi mi sono trasferita a Vercelli dove nell’arco di due anni ho completato gli studi per diventare a tutti gli effetti un’infermiera professionale. Da lì poi ho svolto il mio operato di Suora Infermiera a Biella con i bambini abbandonati, poi a Milano nell’assistenza domiciliare, a Vercelli per 8 anni presso l’ospedale Sant’Andrea nel ruolo di “Vigilatrice di infanzia” e poi, sempre a Vercelli, presso il Villaggio Concordia, zona degradata e abbandonata, nell’ ambito dell’assistenza domiciliare. Poi sono andata in missione in Perù, dove sono stata per 20 anni. Poi sono tornata a Vercelli in una casa di riposo e lì ho ricevuto la notizia che avrei dovuto trasferirmi ad Albiate per sopperire alla malattia di Suor Bernardetta. E qui ad Albiate, purtroppo dopo un breve periodo, ho dovuto accettare l’esperienza della chiusura della casa, momento doloroso ma allo stesso tempo di crescita, perché è in queste circostanze che si acquistano disponibilità e duttilità. Sia che si cambi casa, sia che si cambino, nella stessa casa, le persone intorno a te, è sempre un mettesi in gioco, ed è sempre una prova di forza nel mantenere l’adesione della comunità di cui si è parte.

Dopo la chiusura della casa di Albiate, dove andrete e quali saranno i vostri ruoli?

Suor Domenica: ho 84 anni, non pensavo di dover subire la chiusura di un’altra casa (dopo quella di Udine), è un’esperienza molto dolorosa ma al tempo stesso necessaria, anche se in cuor mio speravo di andare avanti ancora un po’: tornerò alla Casa Madre a Vercelli ma sinceramente non so che cosa farò, anche perché i problemi di salute non mi consentono di fare molto. Cercherò ancora una volta di ricominciare da capo e di rimettermi in gioco. Sicuramente, se riuscirò a ritrovare la serenità, avrò molto più tempo da dedicare al Signore e alla preghiera. Non ho voglia di mollare e di lasciarmi andare, voglio proseguire la mia strada.

Suor Antonella: anche per me, anche se sono ad Albiate da poco, è un momento difficile quello della chiusura di una casa, purtroppo ci si deve rendere conto che piano piano tutte le case delle Suore di Sant’Eusebio stanno chiudendo perché non ci sono più le persone in grado di portarle avanti e allo stesso tempo c’è carenza di Vocazioni, quindi di nuove sorelle che possano continuare l’attività. Anche io tornerò alla Casa Madre a Vercelli dove mi verrà assegnata la responsabilità di un reparto di anziani, un ritorno alle origini.

Cosa lasciate ad Albiate e cosa vi portate via da Albiate?

Suor Domenica: ad Albiate sono stata per quasi 13 anni, dal Settembre 2005, quindi qui lascio un pezzo di cuore: ogni persona che incontro e che saluto in questi giorni mi fa venir da piangere. Dopo il primo periodo di ambientamento, ho ricevuto molto e tutte le persone di Albiate mi hanno aiutato molto ad inserirmi. Per i primi 15 giorni non abbiamo fatto altro che girare in bicicletta per imparare tutte le strade di Albiate: e ho sempre girato per il paese in bicicletta fino a quando sono caduta l’ultima volta di fronte all’ingresso laterale della nostra Chiesa Parrocchiale, in via Mazzini. Da lì non mi sono più fidata a muovermi con la mia adorata bici. Nel complesso il periodo di Albiate è stato molto positivo, ho “sentito” molto vicina la gente di Albiate. Ad Albiate per quello che ho potuto vedere e toccare con mano si vive in spirito di carità, ci si aiuta molto, e io ho avuto modo di sperimentare questo aiuto soprattutto tra le persone anziane. Purtroppo con i giovani abbiamo avuto pochi rapporti, ma prima di andare via mi fa molto piacere aver capito che il gruppo giovanile che si era staccato dall’oratorio ha deciso, nell’ultimo anno, di rientrare a collaborare con il nostro oratorio. In definitiva io ad Albiate lascio un pezzo della mia vita quindi di me stessa e spero che la comunità di Albiate possa sempre ricordare con piacere l’operato delle Suore Infermiere di Sant’Eusebio.


Negli “archivi storici” il nostro “motore di ricerca” ha trovato:

  • una breve descrizione del carisma delle suore di Sant’Eusebio (tratto da G. SALA, Albiate dal dopoguerra all’inizio del nuovo millennio”, p. 329)
  • L’insediamento nella casa di Albiate: Un ricordo dell’ingresso della Congregazione nella residenza delle suore infermiere e una breve nota da Bollettino di San Fermo n. 3 del 1954 (da G. SALA, Albiate dal dopoguerra all’inizio del nuovo millennio”, p. 248)
  • Un’intervista di Emanuele Colombo a madre Francesca (Superiora delle suore ad Albiate dal 1982 al 1988) in merito all’attività pastorale di Don Giuseppe Sala verso i malati tratta dal numero unico: “Don Giuseppe Sala in occasione della sua Messa d’oro” – Albiate, 30 maggio 1993”
  • e questa foto dal Bollettino San Fermo, maggio 1981 con le suore Albiatesi; le Suore Infermiere, le Ancelle della Carità  e le suore dei Betharramiti in occasione dei venticinque anni di Madre Elisa Passerini in Albiate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Avete qualche aneddoto sulle Suore infermiere? Non vorreste lasciar loro un saluto o un ringraziamento per la loro “missione” in Albiate?

 

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