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Auguri Romano!

Venerdì 7 ottobre Romano Corbetta compie gli anni!!!

Classe 1930, Romano Corbetta, albiatese cresciuto all’ombra del santuario di San Fermo, prefetto per decenni dell’oratorio maschile, ha conosciuto e contribuito ad educare generazioni di ragazzi che hanno trovato in lui una guida sicura, fedele e coerente.

Già insignito del Premio San Valerio nel 2011, braccio destro dei sacerdoti presenti in paese spesso ricordato nelle pubblicazioni locali

è stato organizzatore di molteplici iniziative (presidente dell’Azzurra, guida di innumerevoli fiaccolate, promotore di tornei serali di calcio o di scopa d’assi, proiezioni cinematografiche presso il Cine-teatro “la Cittadella”…) e  collaboratore sempre presente…anche nelle famosissime vacanze a Livigno

Romano è sempre stato capace di mettersi accanto a tutti, di condividere il presente, senza però mai perdere occasione di porsi con sguardo profetico sul nuovo del futuro.

Auguri, Romano!!!

Noi iniziamo questa serie di auguri… ora tocca Voi… non siate timidi,  Romano li apprezzerà tantissimo!

Raffaele Cazzaniga: da Vittorio Veneto al campo di concentramento

Ho accolto con piacere la notizia che sarebbe stato pubblicato su questo sito l’articolo che scrissi nel 1995 per le pagine de “Il Cittadino”, in cui raccontavo le vicende vissute dal giovane soldato albiatese, Raffaele Cazzaniga, durante il secondo conflitto mondiale. Rimettere nuovamente a disposizione dei lettori queste sue brevi memorie permetterà, soprattutto ai più giovani, di conoscere la sua intensa e forte esperienza, di riflettere su quanto accadde in quegli anni e, magari, di non dare più per scontato il periodo privilegiato che stanno (e stiamo) vivendo, anche grazie al contributo di uomini come Raffaele. Sapremo allora, ancora di più, apprezzare i nostri nonni, considerandoli un dono prezioso da guardare sempre con occhi pieni riconoscenza.

Grazie ancora Raffaele!

Emanuele Colombo

Articolo de “Il Cittadino” del 18 Febbraio 1995

Un ringraziamento ad Alberto Farina e Samuele Corbetta per aver recuperato e digitalizzato questo articolo

Pensieri di Natale

Il motore di ricerca di Ubisuntalbiatenses ha trovato nel suo ponderoso archivio multimediale testimonianze di qualche Natale fa.

Noi  ve le proponiamo e vi suggeriamo di lasciare allo Spirito del Natale la possibilità di entrare nei vostri cuori per fornire a ciascuno una personalissima chiave di lettura.

Da Ul Lanternin: Albiate in versi

Dal Natale del 1961: Gli avvisi sacri

Dal Natale del 1980: Articolo di Don Giuseppe e Don Bruno

Dal Natale del 1982 sul Bollettino di San Fermo: Articolo di Don Giuseppe e Don Bruno

Dal Natale del 1982: Articolo di Remo Canzi

Da Ul Lanternin: La parola ai più giovani

Ebbene?  …volete condividere con noi e i nostri lettori qualche pensiero natalizio?

 

 

Gli SLAG

Slag_logoFebbraio 2005, Sante Quarantore: Suor Marinella e le sue timide parole, pronunciate di fronte ad un nutrito gruppo di 18-19enni. D’improvviso, un’idea. Alberto, che indossa le Goodyear azzurre con le strisce gialle, suona il pianoforte da diversi anni. Samuele, capellone a fungo atomico, percuote come un tamburo, a ritmo di marcia, tutto ciò che gli capita sotto tiro. Gabriel, che indossa già giacca e cravatta, conosce a menadito qualsiasi canzone italiana e canta già alla messa del sabato sera, alle ore 20, in quel del Dosso. L’idea non rimane tale.

Marzo 2005, oratorio Paolo VI, festa del Papà. L’idea diventa concreta: gli SLAG irrompono sulla scena Albiatese. Dopo l’incontro di preghiera nel palazzetto dell’oratorio Paolo VI, gremito in ogni ordine di posti, Samuele, Laura, Alberto e Gabriel (da qui il nome SLAG) esordiscono con un mini-concerto di sei brani, un mix tra Cesare Cremonini e gli 883.

Maggio 2005: nelle tiepide serate della “Madonna che cammina”, ricordate con un briciolo di nostalgia, durante le quali la Madonna di Fatima si spostava di casa in casa, all’inconfondibile suono delle Ave Maria di Don Franco e sotto la vigilante guida di Mario e Pinuccio, agli SLAG frullavano altre strane idee per la testa.

Sabato 11 Giugno 2005, festa dell’Azzurra. Alle ore 20.45, presso il palazzetto dell’oratorio Paolo VI, il sogno diventa realtà. Gli SLAG tengono il loro vero primo concerto. Il DJ Nicolò allestisce un impianto degno delle migliori band in circolazione, la tensione si tramuta presto in adrenalina pura e, sotto la spinta del tifo del pubblico Albiatese, il concerto riscuote grande successo.

Ecco la scaletta del concerto;  puoi anche riascoltare alcuni momenti di quel concerto!

E tu, ricordi gli SLAG? Hai foto o video di qualche loro esibizione/concerto? Ricordi altri gruppi musicali che sono apparsi sulla scena Albiatese?

Elvezio… il respiro dell’amicizia

Elvezio Pelucchi
Elvezio Pelucchi

Lo conobbi un martedì sera di tanti anni fa, mentre con Pio si stava bonariamente disputando la famosa poltrona ricoperta dal telo a piccoli quadretti nella sala del don, durante l’incontro-catechisti settimanale, in cui si presentavano le lettere pastorali del Cardinal Martini da mettere in pratica nella vita parrocchiale…

In quell’occasione, come in molte altre, fu lapidario nel concludere: “ci ingegniamo per tante cose… ma ai ragazzi devi solo far conoscere che Gesù è un amico!”.

Elvezio e la moglieQuella frase, che porto ancora stampata nella mente più che cento incontri e conferenze, è stata davvero il motore della bicicletta di Elvezio nel girovagare per le strade non solo del nostro paese, ma della vita sua e delle tantissime persone che ha incrociato.

Le parole di Elvis erano davvero “vive, efficaci, più taglienti di ogni spada a doppio taglio” (Eb. 4, 12), perché nulla con lui era scontato, banale o ripetitivo, ma tutto doveva esser nuovo e rinnovato in nome di quell’amicizia che, per lui, era sempre sacra…

Elvezio

Da quel martedì ho avuto modo di incrociare tante volte quest’amico, allora catechista e animatore dei ragazzi della classe 1972, che sono rimasti legati a lui come a un papà-amico, sempre disposto ad ascoltare e a condividere istanti, dall’incontro del venerdì sera alla mangiata insieme ai Crotti, alle quattro chiacchiere su una panchina, all’abbonamento allo stadio per quel Milan che lo faceva fremere!!!

 

Elvezio era vera immagine dello Spirito… era respiro, soffio, brezza, vento gagliardo e impetuoso, tornado!

Eh sì… Così, dopo quel martedì, l’ho visto tante altre volte muoversi come un tornado… L’ho incrociato alla mattina presto mentre girava per il paese a consegnare a domicilio riviste e avvisi di qualche associazione o il quotidiano Avvenire,  l’ho ritrovato all’oratorio a pulire spogliatoi e bagni o a preparare la spaghettata per i ragazzi dell’oratorio feriale, a consegnare in qualche casa teglie di lasagne da lui appositamente cucinate, a distribuire di sera in qualche casa pacchi di alimenti, secondo quella sua charitas discreta di manzoniana memoria, che nel tacer pudico accetto il dono fa…

L’ho rivisto vento gagliardo… ogni volta che si discuteva delle cosiddette istituzioni o delle associazioni, di cui non voleva – da vero spirito libero – far parte stabilmente, ma per le quali si spendeva indistintamente, senza badare a colore o schieramento, sempre comunque nel nome di “amici” che nel suo credo venivano prima di ogni altra classificazione.

E così l’ho visto collaborare insieme a Marzia alla nascita della Scuola di Italiano per gli stranieri, ma anche alle numerose iniziative della sua amata Colico, non ultima l’animazione nella convivialità delle coppie che si preparavano al matrimonio.

Perché Elvezio era così: lanciava, avviava…poi lasciava spazio, come chi chiede all’amico di aprire le porte della sua casa e poi lo lascia lì, sulla soglia, perché possa continuare a sperimentare sempre, anche da solo, il sapore dell’altro…

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L’ho intravisto ancora come una brezza leggera… ogni volta che ti raccontava delle sue esperienze, dalla gioventù fino all’oggi, dall’organizzazione di cineforum alla passione per il gruppo musicale dei Nomadi e per le passeggiate in montagna con gli amici e con i sacerdoti, della sua famiglia e delle sue figlie Giulia e Maria e dei loro percorsi di studio e di crescita…

Senza renderla mai pesante, Elvezio amava la “cultura” del cuore, che toccava svariati ambiti: poteva da un momento all’altro consegnarti fotocopie di un corso intensivo sul “Concilio dei Giovani” tenutosi ad Asola negli anni ’70, un testo della comunità di Bose oppure l’ultimo libro di Davide Van de Sfroos, che magari si metteva a leggere proprio lì, in Chiesa, mentre un incontro o un’omelia non riuscivano a trasmettergli quella verità che in quel momento stava ricercando…

Amava vagare per i luoghi del suo lago, ma anche per i musei e per le Chiese di Milano, sempre informato e interessato a conoscere autori ed opere d’arte, sempre con i suoi giudizi taglienti ed efficaci per evidenziare quando a volte “la parola Arte” gli sembrava sottrarre spazio alla parola “Uomo”.

 

L’ho percepito come un soffio lieve… ogniqualvolta doveva dirti un “grazie” anche senza motivo: ed allora si presentava a casa tua con una cassetta di frutta dell’orto, con un libro, con un oggetto sempre diverso e sempre originale che ti lasciava stupito, perché sempre azzeccato…

Una pietra incisa raffigurante un angelo custode, un vestito originale per i bimbi e per le bimbe, un libro che non si riusciva a trovare da nessun’altra parte… la danza del dono di Elvezio non prevedeva contraccambio.

E a lui piaceva donare – soprattutto agli ultimi e a coloro che vivevano qualche difficoltà – soprattutto tempo e parole, beni inestimabili.

elvezio_6Nel 2013, attribuendogli il Premio San Valerio, l’intera comunità Albiatese aveva riconosciuto in lui una risorsa importante e nascosta.

“Fervente sostenitore dei valori più alti della vita, della famiglia e dell’amicizia egli si è reso particolarmente vicino, con spirito di disponibilità e di altruismo, agli ammalati, ai ragazzi e ai giovani sapendo coltivare i rapporti umani con costruttivo dialogo. Prezioso il suo apporto di volontariato nell’ambiente oratoriano e nei confronti delle persone straniere che si trovano nella necessità di apprendere la nostra lingua.

La sua lineare testimonianza  di servizio, che perdura nella generosità e gratuità, merita di essere segnalata a conferma di come ciascun cittadino con il suo discreto ma convinto contributo può rendere migliore e più serena la convivenza sociale garantendo alla stessa un  futuro più umano e solidale.”

Perché, del resto, ad Elvezio piaceva anche donare i suoi sogni per l’avvenire: una tenda della condivisione da realizzarsi sulla pubblica piazza (perché nella vita non ci si deve rintanare), cene di condivisione con i lontani e gli stranieri (perché se si condivide si moltiplica), orti di condivisione coltivati a più mani e messi nelle mani di bambini (perché dalla terra nasce l’uomo)…

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L’ho colto come un respiro… allorché, come ha ricordato anche un suo amico sacerdote, era solito ripetere che la preghiera non poteva essere una penitenza da assegnare al termine delle confessioni, ma il respiro dell’anima, che, se mancante, avrebbe provocato la morte dell’uomo.
Negli ultimi tempi anche la sua voce affievolita lasciava intravedere che quella sua affermazione la stava vivendo su di sé ricercando nei suoi “momenti di deserto” quel respiro dell’anima che poteva ancora dargli voce…

 

Una domenica mattina soleggiata dello scorso settembre sono passato a rivedere Elvezio: era circondato solo da bellissimi fiori su cui si posavano api in cerca del nettare, pronte a recuperare il polline da trasportare di pianta in pianta…

 

Poco istanti dopo essermi allontanato, ho rivisto avvicinarsi attorno agli stessi fiori alcuni suoi ragazzi del ’72 e alcuni suoi amici milanisti, che, prima di andare al consueto raduno settembrino ai “crotti”, erano passati a salutare la loro “guida”…, api pronte a trasportare di nuovo quel polline di un ricordo fecondo di pianta in pianta!

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Al soffio lieve di questi ricordi, vuoi condividere anche tu il respiro di qualche aneddoto o episodio particolare vissuto con l’amico Elvezio?

Padre Mario Longoni, 35 anni di sacerdozio: ad multos annos!!!

padre_mario_longoniPer chi non lo conoscesse:

Figlio de l’Amelio ul calzular…”: ecco la sua storia raccontata su Ul Lanternin direttamente con le sue parole (siamo alla fine degli anni ’70)

Risponde alla chiamata del divenire sacerdote… e nel giugno 1980 il paese di Albiate si prepara alla festa!

Amici, giovani e bambini gli scrivono… e Padre Arnaldo Guerra ci ricorda che è un “nuovo prete”…Betharramita (dal Bollettino Parrocchiale di San Fermo – giugno 1980)

E che festa! Preceduta da un’intera settimana vocazionale!!! (dal Bollettino Parrocchiale di San Fermo – agosto 1980)

Presto pubblicheremo una bella biografia di Padre Mario…

 

Buon compleanno Don Bruno!!

Oggi, 22 settembre, don Bruno Molinari compie gli anni…

E’ stato bello condividere con lui ad Albiate tanti momenti… dall’inizio alla fine della sua permanenza in paese…

La sua prima “predica” ad Albiate il 28 agosto 1976 (dal quaderno de Il Cittadino della Domenica “il mio oratorio”)

Un breve ritratto… alla sua partenza da Albiate (dal testo di G. Sala)

Un po’ di foto che ci riportano indietro negli anni…

Vuoi fare gli auguri a Don Bruno?… puoi scrivere un commento qui sotto o inviargli una mail al suo indirizzo ufficiale di Monsignore a Seregno:

monsignore@basilicasangiuseppe.it

Sicuramente ne sarà felice… parola di Macchie Rosse!